"I fatti di questi giorni: il risicato voto di fiducia al governo e il crollo della credibilità del nostro paese sullo scacchiere internazionale portano tutti gli analisti e commentatori a ribadire in un coro unanime che a primavera, molto probabilmente, si andrà alle elezioni. Il Partito Democratico si sta preparando per questo importante appuntamento atteso da milioni di italiani. Un grande cambiamento e una grande vittoria a livello nazionale, però, devono necessariamente partire dai territori, dai singoli comuni , dalle province, dalle regioni.
Se si dovesse votare domattina l’intero centrosinistra sorano, e il P.D. prima di tutti, non sarebbero pronti e organizzati per affrontare un così grande impegno. Ma, al di là delle contingenze, il problema più grande è che a gran parte dell’elettorato progressista e riformista manca un interlocutore serio ed affidabile che si faccia interprete delle proprie istanze. Inutile negarlo: a Sora tutte le forze organizzate del centrosinistra vivono una situazione di forte sbandamento da diversi mesi oramai, causata dalle scelte scellerate compiute in prossimità dell’ultima tornata elettorale. Nessuno indossa le vesti di ascoltatore e di portavoce di tutto quel malcontento che cresce quotidianamente e di tutto quell’elettorato che ha voglia di trovare o di riscoprire i propri punti di riferimento. I partiti si sono avvitati su se stessi rimanendo imprigionati nelle maglie delle proprie gerarchie e soffocati da gestioni commissariali o pseudo-commissariali calate dall’alto, e ciò non ha permesso a nessuno di esprimere tutte le proprie potenzialità. Meccanismi che i cittadini, giustamente, non comprendono e rifiutano. D’altro canto c’è un fermento nell’aria che monta ogni giorno di più. Lo dimostrano, a Sora, le tantissime firme raccolte per il referendum “anti Porcellum” e, su scala nazionale le molte manifestazioni di questo ultimo periodo. All’interno del P.D. l’aria è ancora più elettrica che altrove. Una intera generazione di trenta-quarantenni che va da Matteo Renzi a Deborah Serracchiani, da Nicola Zingaretti a Pippo Civati si sta riprendendo il proprio futuro e il ruolo che gli spetta.
E allora come comporre questa frattura che tiene lontani i partiti locali con il sentimento nazionale di risveglio delle coscienze? L’unica risposta è quella di dare la parola a coloro che vogliono essere protagonisti di questa nuova fase della politica italiana. E a livello locale l’unico mezzo per farlo è il congresso di partito. La linea del partito lanciata durante i mesi di questa estate appena trascorsa era quella di discutere della riorganizzazione dei democratici sorani in concomitanza con la Conferenza del Partito indetta dal segretario Bersani che inizialmente era prevista per questo autunno ma che sembra, orami, si terrà nei primi mesi del prossimo anno. Si ha tutta l’intenzione di mantenere quella impostazione e di indire un congresso cittadino proprio nei giorni in cui i democratici di tutta Italia saranno chiamati a dire la propria per dare un importante contributo alla costruzione del nostro progetto alternativo. Voler tenere il Congresso cittadino in concomitanza con un importante appuntamento nazionale vuole essere un segnale forte. Vuole dire evitare di commettere quell’errore, troppo frequente, di essere miopi e di parlare sempre e solo di se stessi. Vuole dire sprovincializzarsi, dare al dibattito un respiro ed orizzonti più ampi, non guardare più al proprio ombelico ma ragionare come membri di quella grande famiglia nazionale e transnazionale alle quale apparteniamo: quella dei democratici e dei socialisti di tutto il mondo. Quella del Congresso vuole essere, anche e soprattutto, una scelta che permetta di affrontare una volta per tutte senza più sotterfugi o ambiguità molti problemi irrisolti (volutamente?) come quello dell’allargamento del nostro partito a personalità e sensibilità che votano P.D. alle elezioni politiche ma che non hanno adeguata rappresentanza negli organismi dirigenti di partito. Penso a quelle persone espressioni della società civile, del mondo delle professioni, del lavoro dipendente, della cultura, dell’associazionismo, del volontariato, dell’imprenditoria e del commercio che sono sempre state tenute fuori da ogni processo decisionale.
Penso anche ad ex amministratori capaci, costretti, da lotte intestine, ad allontanarsi dalla stessa casa che avevano contribuito a costruire ma nella quale, giustamente, attendono di poter rientrare per dare ancora una volta e con più forza di prima di tutto il proprio apporto. Ma penso, prima di tutto, ai giovani. A quei ragazzi che hanno idee ben chiare e definite ma che non hanno accesso ai luoghi in cui quelle idee vanno confrontate, affinate e, infine, realizzate. C’è poi il grande tema del metodo da condividere ogni qualvolta il nostro partito è chiamato a scegliere chi sia la persona giusta a rappresentarlo nelle varie istituzioni. Se ne discute da troppo oramai ma ritengo, come ho sempre sostenuto, che quello delle primarie sia l’unico metodo praticabile. L’idea del partito chiuso in se stesso in cui sono sempre i soliti a decidere per tutti sa di stantio e ci allontana sempre di più dai cittadini. Su questo tema persino coloro che sono sempre stati contrari, anche in occasione delle ultime elezioni amministrative, saranno costretti a ricredersi. La bellissima esperienza che i nostri compagni francesi stanno vivendo in questi giorni e l’appello di molte delle forze con le quali ci apprestiamo a vincere le prossime elezioni politiche per delle “primarie subito e che siano di coalizione, aperte e competitive, senza veti nei confronti nessuno”, stanno a significare che la strada maestra per i progressisti e riformisti di tutto il mondo sia la partecipazione. Nei prossimi giorni si aprirà la campagna di tesseramento per il nostro partito e sarà quella la prima tappa del cammino che ci porterà all’appuntamento di inizio anno con forze ancora più robuste, ancora più nuove".
* Sora 17 ottobre 2011. Comunicato Stampa del Partito Democratico Sora Circolo di base. A firma del segretario Salvatore Lombardi.
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